La divisione ereditaria è il momento conclusivo di una successione ereditaria: essa permette di sciogliere la comunione ereditaria e di attribuire a ciascun coerede beni corrispondenti al valore della propria quota, ed è disciplinata dagli articoli da 1111 a 1116 e da 713 a 736 del codice civile. Questa fase può essere complessa, specialmente quando ha ad oggetto beni non facilmente divisibili, come spesso è la casa di famiglia. La divisione può avvenire in due modi: giudiziale, attraverso un intervento del giudice, o negoziale, tramite un accordo tra i condividenti.
È necessario che tutti i condividenti partecipino alla divisione, che venga ricostruito il patrimonio nel suo complesso e che vengano rispettate le quote attribuite a ciascuno dal defunto e dalla legge. Per avere completa cognizione della consistenza del patrimonio occorre dare corretta applicazione degli istituti della collazione e della riduzione: la prima, disciplinata dagli articoli 739 e seguenti del codice civile, prevede che il coniuge e i figli condividenti debbano imputare alla massa da dividersi le donazioni, anche indirette, ricevute dal defunto; la riduzione, di cui agli articoli 553 e seguenti del c.c., che consente agli eredi legittimari di reintegrare la quota di legittima lesa, anche contro la volontà del testatore.
La “casa di famiglia” non trova autonomo riconoscimento nel nostro diritto delle successioni, tuttavia, essa rappresenta frequentemente il bene economicamente più significativo nell’ambito del patrimonio ereditario e spesso è anche il bene cui i successori sono più affezionati. Per queste ragioni, la sua divisione richiede un’attenzione e una cura particolari.
Se la casa non è facilmente divisibile, dispone l’art. 720 del codice civile, può essere assegnata a uno o più coeredi i quali dovranno pagarne il valore agli altri, oppure, se nessuno desidera diventarne proprietario, può essere venduta all’incanto. La giurisprudenza ha stabilito criteri specifici per la divisione degli immobili presenti nell’asse ereditario, che includono la considerazione delle sue caratteristiche fisiche e della sua storia.
Per realizzare una divisione equa e conforme alla legge, è indispensabile ricostruire l’intero patrimonio ereditario, tenendo conto delle quote di legittima e degli effetti della collazione. La Corte di Cassazione civile ha fornito linee guida chiare su come gestire la divisione di beni complessi come la casa di famiglia.
In particolare, la sentenza n. 9979/2018 afferma, tra l’altro, la necessità di una completa ricostruzione del patrimonio ereditario per una corretta divisione. In relazione alla casa di famiglia, non è dirimente che questa sia stata abitata da un unico nucleo familiare, ma è necessario dare prova della sussistenza di alcuni presupposti di fatto, come stabilito dalle sentenze Cass. n. 16918/2015, Cass. 14577/2012, e Cass. 12406/2007. Questi presupposti includono: l’unità funzionale; l’esigua dimensione dell’immobile; l’irrealizzabilità del frazionamento, o la sua realizzabilità a pena di notevole deprezzamento; l’impossibilità di formare porzioni suscettibili di autonomo e libero godimento, non compromesso da servitù, pesi o limitazioni eccessivi.
Questi criteri sono fondamentali per garantire che la divisione sia giusta per tutti i coeredi e rispetti la memoria e le intenzioni del defunto, assicurando che ogni coerede riceva ciò che gli spetta in base alla legge e alle volontà espresse dal defunto.
La divisione ereditaria della casa di famiglia è un processo delicato che richiede precisione legale e sensibilità emotiva. È fondamentale per i coeredi affrontare questa fase con un approccio collaborativo e con l'assistenza di professionisti legali, per assicurare che la divisione sia equa e conforme alle disposizioni del defunto e della legge. Attraverso la corretta applicazione delle norme sulla collazione e sulla riduzione, unitamente al rispetto delle decisioni giurisprudenziali, i coeredi possono trovare una soluzione che salvaguardi il valore affettivo e economico del bene più significativo dell'eredità, promuovendo un accordo pacifico e giusto.